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Coronavirus, intervistiamo un’anziana in casa di riposo: “Non mi misurano la febbre da febbraio e non mi è mai stata data una mascherina”

Mentre il Governo regionale annuncia una stretta nelle residenze per anziani, ecco la testimonianza dell’ospite di una residenza per anziani di Palermo

È in arrivo una stretta in merito alle regole di tutela nelle case di riposo e di cura per anziani. Lo ha comunicato ieri l’assessore alla Salute, Ruggero Razza. Oltre al divieto assoluto di visite da parte dei parenti, saranno previsti dei controlli e degli screening periodici su ospiti e personale attraverso il tampone o test sierologici. Inoltre in ciascuna struttura sarà necessario individuare un responsabile del biocontenimento che avrà il compito di sovrintendere a tutte le azioni di prevenzione come, ad esempio, garantire la tracciabilità degli operatori sanitari e di tutto il personale.

Proprio i dipendenti dovranno essere formati anche sul corretto uso e smaltimento dei dispositivi di protezione individuale ed andranno implementate anche le pulizia delle strutture. Fra le misure adottate anche il divieto assoluto di visite dall’esterno di parenti e conoscenti e l’organizzazione di attività ludiche e ricreative e la somministrazione dei pasti in ambienti comuni.

In attesa che le nuove norme diventino attuative, abbiamo intervistato un’ospite di una casa di riposo religiosa di Palermo, per farci raccontare quali i comportamenti tenuti nella struttura da quando è scattata l’emergenza. La signora, che chiameremo Elena, ha 65 anni, è immunocompromessa e da anni soffre di broncopatia cronica.

Come vive l’allerta Coronavirus nella casa di riposo dove risiede?

Sono abbastanza serena, devo dire che qui mi sento al sicuro. Ho una stanza singola, il cibo arriva regolarmente così come siamo regolarmente accuditi dal personale. Il medico della struttura e le infermiere sono regolarmente in servizio.

Ricevete visite dei familiari?

Da qualche settimana non sono più consentite, qualche eccezione è stata fatta per gli anziani in fin di vita. Inoltre hanno avuto accesso in struttura figure paramediche, ingaggiate privatamente da noi ospiti, quali ad esempio i fisioterapisti. Non ogni giorno, ma solo un paio di volte a settimana.

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Negli ambienti comuni è rispettato il distanziamento tra voi ospiti?

Nella sala lettura e nella sala tv siamo sistemati a distanza di circa un metro,  nel refettorio seguitiamo a mangiare come sempre, in tavoli da quattro. Non è indicato distanziamento in tal senso, ma in fondo le vite di noi anziani qua in struttura sono tutte sovrapponibili.

Chi si prende cura di voi, usa i presidi, mascherine e guanti?

Gli operatori sanitari sí, ma questo avveniva anche prima che scattasse l’allarme. Chi gestisce la casa non sempre indossa mascherine e guanti, ma va detto che il contatto fisico che loro intrattengono con noi anziani è limitato nel tempo e nello spazio.

Con quale cadenza vi viene misurata la febbre?

Personalmente non mi viene presa la temperatura da febbraio, da quando ho contratto l’influenza stagionale. Da allora non ho più avuto sintomi nè di rialzo termico nè influenzali. Comunque no, non è abitudine del personale misurare la temperatura agli ospiti, neppure in questa emergenza.

Ha assistito ad opere di santificazione della struttura?

Circa tre settimane fa qua c’è stata una pulizia straordinaria di tutti i piani della struttura. Ho visto movimentarsi in massa tutti: personale, gestori. Stanza per stanza hanno spruzzato disinfettanti è rivoltato letti e poltrone. A memoria questa è stata l’operazione più massiccia di pulizia, per il resto assisto alla pulizia ordinaria di stanze e ambienti comuni.

Ha contezza di quanto sta capitando in Italia?

Assolutamente si. Vedo due tg al giorno, come era mia abitudine fare prima di venire a vivere qua. Non ho neppure sessant’anni, non ho problemi neurologici quanto motori. Per vi della mia broncopatia, spesso mi sottopongo ad ossigenoterapia. Da persona sola ho dovuto scegliere una residenza per anziani e vivo qui da un annetto e mezzo. Cerco di mantenere le abitudini intellettuali di sempre. So che negli ambienti comunitari, quelli di anziani in particolare, si corrono più rischi. Sono al corrente dei fatti di Villafrati e di Troina. So anche di essere un soggetto molto a rischio. Penso che qua dove vivo si dovrebbe prendere qualche accortezza in più: distanziamento nel refettorio per esempio, uso di presidi di protezione allargato a noi anziani, misurazione della temperatura quotidianamente, isolamento di chi ha un solo sintomo sospetto. Di contro mi faccio forza e mi affido al buon Dio e penso anche che le cose vanno per come devono. Mi metto l’anima in pace e vado avanti.

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Grazie e buona Pasqua a lei.

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