In Sicilia è stato accertato il primo caso di neonato positivo al Covid-19. È un bimbo di cinque mesi, che nei giorni scorsi è stato ricoverato all’ospedale di Corleone per il trattamento di una bronchiolite. La mamma è la donna di Giuliana, in provincia di Palermo, risultata positiva nei giorni scorsi. Il nosocomio di Corleone è stato chiuso per le procedure di disinfestazione, ma sarà riaperto già domenica. Dovrebbe ospitare, secondo la rimodulazione dei reparti siciliani, i degenti dell’ospedale di Partinico, che sarà dedicato Covid-19. In isolamento medici e paramedici del reparto di Pediatria.
Il bimbo, rassicurano i sanitari, è a casa ed è in ripresa.
Sale l’ansia dei genitori siciliani. Decine le domande ai pediatri di libera scelta ma anche ai medici di famiglia. Al Di Cristina di Palermo già da giorni è attivo la tenda-triage “Covid-19”, dove far accedere i casi sospetti e dove i medici stabiliranno se effettuare o meno il tampone oro-faringeo. L’ospedale dei bambini è infatti il riferimento per il trattamento del Coronavirus per la Sicilia occidentale. Abbiamo rivolto al dottore Giuseppe Iacono, pediatra/gastroenterologo e già primario al Di Cristina i quesiti più frequenti.
Il Coronavirus arriva anche ai neonati, dobbiamo preoccuparci?
I casi verificatisi finora in Italia, ma anche in Cina, ci fanno essere fiduciosi. Non si riscontra letalità. É vero, in taluni casi può causare coinvolgimento delle basse vie respiratorie, come nel caso del neonato siciliano. La statistica incoraggia: la popolazione pediatrica reagisce bene e si riprende del tutto. Ovviamente si tratta di un virus nuovo, di cui non possiamo prevedere i comportamenti. Cautela sempre, ma non lasciamoci prendere dal panico.
Molti bimbi, i più grandicelli, stanno sviluppando una sorta di tosse psicosomatica. Come comportarsi?
I bimbi assorbono e capiscono molto più di quanto noi non possiamo immaginare. È un periodo di bombardamento mediatico ed ovviamente lo stare chiusi in casa, condizione che va assolutamente rispettata, non aiuta. Ci sono in giro inoltre anche i comuni virus influenzali. Rassereniamo i nostri bimbi, spostiamo la nostra e la loro attenzione dal virus, facciamo altro. Non concentriamoci solo sul virus. In caso di tosse, è bene chiamare sempre il pediatra, che conosce la storia clinica del piccolo. In questo momento storico essere prudenti, ma senza terrore, è d’obbligo.
Il virus che passa nelle feci. Verità o bufala?
Lo ha confermato uno studio dei sanitari cinesi, reso noto qualche giorno fa. Prima si pensava che l’acido gastrico avrebbe distrutto il virus. Gli studi hanno invece dimostrato che il coronavirus ha dei recettori a livello della mucosa gastrointestinale. Il virus viene letteralmente ingerito, tramite il muco ad esempio, e passa nell’apparato gastro-intestinale, da lì nelle feci. Ergo: igiene massima. Anche quando puliamo i bimbi dopo la pupù. Purtroppo ci sono i positivi asintomatici, che contribuiscono a mantenere alta la contagiosità. Chiunque di noi, bimbi compresi, potrebbe esserlo. Lavare spesso le mani e lavarle bene. Lavare anche la faccia ed evitare di toccarsi bocca, naso e occhi. Regole ovviamente da far rispettare anche ai nostri piccini.
Consigli per fortificare l’organismo dei nostri bimbi?
La ricetta antivirus non esiste e non crediamo alle bufale online, che parlano di integratori miracolosi. L’alimentazione è un’ottima arma di difesa in generale: che sia varia e bilanciata. Via libera a frutta e verdure, tanta vitamina c (arance, agrumi in genere, broccoli, spinaci, kiwi), idratare bene i piccoli, evitiamo cibi spazzatura e bevande zuccherine. Attenzione al sonno: i bimbi, anche se non vanno a scuola, devono mantenere la loro routine sonno-veglia. Non si devono mandare a letto tardi sol perché tanto il giorno seguente siamo tutti a casa. Gli orari devono essere simili a quelli della vita di tutti i giorni. Fare pasti regolari e a orari fissi, compresi gli spuntini di mezza mattina e di mezzo pomeriggio. Le giornate a casa sono lunghe, ma occorre avere pazienza e non cedere alla tentazione di far aggregare i bimbi con gli amichetti. Neppure in piccoli gruppi. Evitiamo anche di farli incontrare con i nonni, categoria a rischio in questo momento. Per incontrarci utilizziamo i social. Io per primo me ne servo per le videochiamate con le mie nipotine. È un momento difficile, ma passerà. Del resto, quando i bimbi nei mesi più rigidi passano intere settimane a casa, per via dei malanni di stagione, si riesce comunque emotivamente a sopravvivere. Sarà così anche stavolta.
Cosa fare se i nostri bimbi hanno sintomi sospetti?
Il Covid-19 dà sintomi assimilabili a quelli della sindrome influenzale, che è ancora in giro. Anzitutto niente panico, ma comunque occorre monitorare. Nel dubbio chiamare sempre il pediatra, già all’insorgere dei sintomi. Fidarsi del consiglio del medico. Emergenza non vuol dire che i pediatri di libera scelta non continueranno a garantire le loro prestazioni, seppur con delle regole più rigide. Evitare categoricamente la corsa al pronto soccorso: si rischia di infettare o di infettarsi. Prima di tutto consultare e fidarsi del pediatra. Collaborando tutti, riusciremo a superare questo momento.