L’indigestione di tablet e smartphone è una delle contestate esigenze dei “nativi digitali”. È un dato evidente che i nuovi nati imparino a maneggiare i dispositivi digitali ancora prima di parlare fluentemente e di saper camminare. La risposta a questa occorrenza non è certa. Secondo uno studio dell’università di Harvard i piccoli si “digitalizzano” già nel grembo materno. Gli stimoli di smartphone, pc e tablet, frequentemente usati dalle future mamme, arriverebbero fino al nascituro. L’altra spiegazione, suffragata trasversalmente da pediatri e neuropsichiatri infantili, è che i bimbi, osservando gli adulti di riferimento (i genitori in primis) intenti all’uso frequente dei dispositivi, si interessino a questi per quel naturale spirito di emulazione, che hanno i piccoli nei confronti dei genitori. Su internet girano, in modo virale, decine di post che allertano sui pericoli di un abuso di tecnologia da parte dei piccini. Si parla di dramma, che sta riguardando i nostri bambini. Isolamento, alienazione dalla realtà, financo rischio di crisi epilettiche alcuni dei pericoli, dovuti all’abuso, sui quali i medici però si mantengono cauti. Sempre lo studio di Harvard sostiene che è praticamente impossibile privare i nativi digitali dei supporti informatici. Ovviamente non devono diventare un surrogato delle attenzioni genitoriali.
Concedere l’uso dello smartphone, purché a certe condizioni, non sarebbe dannoso
Le condizioni: 15/20 minuti al giorno. In modalità off line. Preferendo che il piccolo sfogli la galleria delle immagini o guardi un paio di video, stabiliti dai genitori. Il piccolo non deve avere libertà incondizionata dell’uso del tablet o del telefonino. L’accesso a internet va tassativamente attenzionato. Considerato che i piccoli starebbero piazzati davanti a pc o al telefonino per ore, occorre inventarsi delle valide alternative.
Secondo l’associazione nazionale pediatri occorre partire da un presupposto semplice: quando noi eravamo bambini non esisteva questo formato di tecnologia e ci si divertiva ugualmente. Ripensiamo ai modi che ci aiutavano a vincere la noia e caliamoli nel contesto dei giorni nostri. Non è facile. La generazione delle mamme appartiene ancora a um tempo in cui si socializzava di più, le famiglie brulicavano di cuginetti e si aprivano con più facilità le porte di casa. I bimbi, con il bel tempo, giocavano in strada a calcio o a gareggiare in bici.
Puntare sulla socializzazione, dicono i pediatri, è il primo step
Stare con gli altri fa sì che il vostro piccolo non senta l’esigenza di cercare il cellulare o che addirittura se ne dimentichi. Riservare un giorno della settimana (due sarebbe il massimo) per un incontro con altri bimbi è un’idea vincente. Si possono coinvolgere i vicini di casa, organizzare merenda e giochi (allestire la capanna, per esempio, è un gioco che ha molto appeal sui bimbi). Un “banalissimo” nascondino, motivato da premi (anche simbolici, quali coccarde e medaglie), può sorprendere anche i genitori. Le ore voleranno.
I bimbi adorano essere coinvolti in cucina
Intorno ai due anni, i bimbi (maschi o femmine non fa differenza), iniziano a maturare un notevole interesse verso la cucina (le stoviglie, gli impasti, le posate). Coinvolgere i bimbi nella preparazione di un dolce li divertirà molto. Occorre spiegare quello che si sta facendo, dare al bimbo porzioni di impasto e formine colorate, quindi gocce di cioccolato e via libera alla fantasia. Anche preparare insieme la pizza è un’ottima idea.
Organizzare una caccia al tesoro
La bella stagione è ormai alle porte. Per quanto l’idea della caccia al tesoro sembri impegnativa, in realtà la si può organizzare in poche mosse. L’ideale è avere a disposizione un giardino. Qualora non lo si avesse, si può optare per il parco giochi. I passaggi ovviamente saranno semplici, a misura di piccino. I premi riservati a tutti. Ovviamente servirà un buon numero di adulti che, in un luogo aperto, abbia tutto sotto controllo.
Coinvolgere i bimbi anche nelle attività dei grandi
Non sempre è possibile organizzare festicciole o pomeriggi di gioco con gli amichetti. La tentazione di delegare alla tata digitale l’attenzione del piccolo, mentre si sta facendo la spesa, si sta scegliendo un vestito o si sta facendo un giro in libreria, è altissima. I pediatri spiegano, però, che i bimbi hanno una capacità di comprensione delle cose dei grandi superiore a quanto non si possa immaginare. Ai piccoli piace essere coinvolti nel quotidiano dei genitori, anche quando questi fanno cose apparentemente noiose. Tentare non nuoce. Devi portare il piccolo con te al supermercato? Prova a utilizzare le simpatiche macchine/carrello che si trovano spesso all’ingresso del super. Trasforma la spesa in un percorso in cui spieghi al piccolo cosa state facendo, gli chiedi cosa vuole acquistare per la cena e alla fine gli concedi un premio (un cioccolato al latte, una brioche). Al centro commerciale puoi chiedergli di darti un consiglio sul vestito da scegliere o scegliere insieme i capi per lui. Raccontare il percorso a mo’ di gioco, con il tono di voce adeguato farà il resto. Non è semplice, il risultato non è garantito, ma vale la pena provare.
L’aria aperta
È scientificamente provato che l’aria aperta, il sole ed un buon panorama tengano lontani dagli smartphone. Lo stesso vale per i bimbi. A chi non è capitato di cedere alla tentazione della passeggiata con il bimbo sereno nel passeggino e tanto di telefonino sintonizzato su Youtube? Perché non provare a esplorare insieme i luoghi, fosse anche il parco dietro casa? Perchè non mostrare ai bimbi le varietà di alberi, i fiori ed i frutti ed ancora lo stagno con le tartarughe? Per i genitori sarà un tantino più impegnativo, ma i piccoli ricorderanno quel pomeriggio molto più di qualsiasi video su Youtube.