La felicità di un test di gravidanza positivo. I genitori che toccano il cielo con un dito. La futura mamma che inizia a fantasticare e che sfiora il grembo, immaginandosi già con il suo bellissimo pancione. Poi l’incanto che si spezza. Un’ecografia che non registra il battito o una serie di sintomi che spingono la donna a correre al pronto soccorso. La frase è sempre la stessa: “Signora, purtroppo non c’è attività cardiaca, ci spiace.”
Il sogno finisce e per la donna, ma anche per la coppia, si apre un baratro sotto i piedi. In Italia 15 donne su cento hanno un aborto spontaneo nelle prime sei settimane di gravidanza. Nella maggior parte dei casi non c’è una causa organica dietro l’interruzione involontaria della gravidanza. Con la psicologa Valeria Augello abbiamo provato a indagare il dolore scaturito dalla perdita in grembo di un figlio e le maniere per superarlo.
Cosa succede quando si ha un aborto spontaneo?
Succede che si perdono 21 grammi di cuore.
Soprattutto quando la gravidanza era stata ricercata o, comunque, accolta con gioia, la sua interruzione irrompe in maniera emotivamente devastante tanto da essere definita come un “terremoto psichico” in grado di fare crollare speranze e aspettative e annientare anche l’amore nella mente della donna.
Questo avvenimento traumatico spesso cancella in un attimo tutti i necessari e laboriosi processi psichici costruiti durante il corso delle prime settimane di gestazione. L’amore riposto nel bambino cede il posto al senso di vulnerabilità ed al senso di colpa e di solitudine. Un grande lutto che richiede una rielaborazione lenta ed efficace.
Come reagisce la donna a un aborto
Le strategie messe in atto da ciascuna donna possono essere estremamente variabili e differenti e dipendono anche dal particolare momento del ciclo di vita che si sta vivendo. È lecito provare emozioni contrastanti e confuse. Lo stato di angoscia potrebbe portare apatia o vari gradi di depressione, oppure possono innescarsi reazioni compensatorie attraverso iperattività, questa rappresenta una vera tendenza ideata per tenersi costantemente occupate fisicamente e mentalmente e, quindi, non pensare all’accaduto. Evitando di mentalizzare si esclude il dato di realtà ed il dolore diventa più sopportabile.
Come superare il dolore
Il dolore, invece, necessità di essere metabolizzato, deve trovare il suo sfogo. Bisogna tirar fuori la rabbia e viverla senza angoscia. Le fasi legate al lutto devono essere riconosciute, accettate, affrontate, gestite e oltrepassate.
Una gravidanza dopo un aborto
Nessuna nuova gravidanza potrà rimpiazzare un bimbo mai nato, ma quando il dolore viene trasformato in forza, ogni evento trova senso e collocazione ed ogni gioia tornerà ad essere vissuta con serenità.
Certo il terrore che risucceda accompagnerà tutt le altre gravidanze ma, per forrtuna, la medicina e la scienza vengono in aiuto e sostegno. Sarà, sicuramente il ginecologo ad indicare modi e tempi relativamente ad altri concepimenti. Esami e test ormai cercano di fare luce immediatamente sulle dinamiche cliniche negative per attuare i protocolli terapeutici necessari. Per tali motivi la pianificazione di una nuova gravidanza, anche se vissuta con ansi risulta comunque più protetta.
Per spiegare l’accaduto ad un fratellino o ad una sorellina più grande è sempre bene ricorrere al supporto di un esperto che valuterà l’età, le competenze, lo stile relazionale del bambino e della famiglia e sceglierà il tipo di comunicazione più coerente ed adeguata.
Come sostenere una donna che ha perso un bimbo in grembo
La donna che ha subito un aborto deve essere sostenuta durante l’elaborazione del lutto, deve legittimare il suo dolore e farselo amico concentrandosi sulle sue risorse interne e potenziandole qualora fosse necessario dissolvendo inutili sensi di colpa e di fallimento.
L’interruzione volontaria di gravidanza
L’interruzione volontaria di gravidanza raramente rappresenta una scelta priva di conseguenze negative, la rielaborazione del lutto dipende da una serie di elementi legati alla consapevolezza che necessitano di essere indagati ed analizzati prima che si compia la scelta definitiva proprio per evitare che il pentimento, poi, si trasformi in disperazione. Questa scelta porta con sè dinamiche complesse per le quali è sempre necessario avvalersi di un professionista.