Un team di medici e una mamma dalla grande forza. Un’accoppiata che ha reso possibile un miracolo. Antonio Maiorana, dirigente medico dell’Unità operativa di Ginecologia e Ostetricia dell’ospedale Civico di Palermo, non è nuovo alle imprese in sala parto. Tanti sono i bimbi e le mamme che gli devono la vita, acciuffati per i capelli quando pareva non vi fosse più nulla da fare. L’ennesimo episodio si è verificato giovedì 1 agosto. Maria Francesca Lo Baido, diciannovenne di Partinico, affetta, fin dalla nascita, da una grave cardiopatia, ha dato alla luce il piccolo Bryan, appena nove etti di guerriero, che ha voluto a tutti i costi dire sí all’appello della vita. Una situazione critica, che lasciava spazio a pochissime speranze. Eppure Maria Francesca e Bryan ce l’hanno fatta, coronando il sogno di una giovane donna che, seppur consapevole della sua gravissima malattia, non ha mai smesso di desiderare un figlio. Maria Francesca, da piccola, ha subito un intervento cosiddetto palliativo, quindi non risolutivo, dall’equipe del noto Cardiochirurgo Carlo Marcelletti. Da allora, la sala operatoria che avrebbe dovuto risolvere definitivamente il suo problema, per tutta una serie di ragioni, non è mai arrivata. Eppure Maria Francesca ce l’ha fatta sempre, a dispetto dei pronostici di taluni medici. Ce l’ha fatta anche contro la prova più difficile.
Tutto inizia lo scorso anno
Tutto inizia lo scorso anno, quando alla giovane di Partinico, come lei stessa ha riferito ai medici della Ginecologia del Civico, avrebbero diagnosticato una cisti ovarica. Un nuovo controllo e la rivelazione che manda Maria Francesca e il giovane compagno in visibilio: non è una cisti ma una gravidanza. Da lí gli sguardi cupi di medici, familiari ed amici. La gravidanza, con l’impegno cardiaco ed emodinamico che comporta, è un rischio elevatissimo. Il suggerimento corale è quello di abortire. Francesca non ci sta. Desidera quel bimbo e sceglie di proseguire la gravidanza. Da Partinico viene trasferita all’ambulatorio gravidanze a rischio dell’ospedale Civico, dove è sottoposta a controlli continui. Fino al 31 luglio, quando la giovane, alla trentaduesima settimana di gestazione, arriva in condizioni critiche.
Il racconto del dottore Maiorana
“Maria Francesca, racconta il dottore Maiorana, era scompensata. Aveva la saturazione bassissima è una notevole cianosi periferica. Come se non bastasse il bimbo era senza liquido amniotico. Una situazione drammatica. Non c’era tempo da perdere ma nulla poteva essere lasciato al caso. La ricoveriamo e in sole 24 ore abbiamo organizzato una vera e propria unità di crisi, un team medico monumentale. Eseguire un cesareo a una donna gravemente cardiopatica in un reparto di Ginecologia era troppo rischioso. Abbiamo optato per l’Ismett ed è lí che, il primo agosto, è avvenuto un evento unico. Insieme al collega Antonio Arcadipane, direttore del Dipartimento di Anestesia e Terapia intensiva dell’Ismett ci rimbocchiamo le maniche. In sala operatoria eravamo una cinquantina di medici: Ginecologi, cardiologi, cardiochirurghi, anestesisti, rianimatori, perfusionisti, neonatologi. Eravamo pronti anche all’occorrenza più drammatica, ossia che il cuore della ragazza non reggesse. Per tal ragione avevamo predisposto tutto per la delicata procedura di circolazione extracorporea, che non è stata necessaria. Non vi dico la gioia quando, una volta staccata la placenta, il cuore di Francesca batteva. Bryan è nato caparbio ed in buone condizioni di salute, malgrado gli fosse mancato l’ossigeno ed anche il nutrimento. Uno scricciolo pieno di voglia di farcela, così come la mamma, testarda come poche persone da me conosciute. Credetemi, voglio davvero bene a questa donna determinata, forte ed anche incosciente. Prima dell’intervento ha voluto raggiungere la sala operatoria con le sue gambe ed era lei a dare coraggio a noi medici, ripetendoci che tutto sarebbe andato bene. Mai un crollo, mai un’esitazione. Il 1 agosto in sala operatoria all’Ismett è accaduto qualcosa di meraviglioso: un bimbo che si è affacciato alla vita, una mamma che lo ha voluto a tutti i costi e un lavoro di squadra, che mi onoro di aver coordinato. Raramente in sala operatoria di ritrovano così tanti medici e con una tale armonia. Ciascuno con il suo compito, ciascuno pronto ad affrontare la criticità. Merito di tutti e di ciascuno se è andata come è andata. Oggi Francesca ha fatto un controllo cardiologico ed è andato bene. Bryan in soli quattro giorni ha già preso 400 grammi. La mamma sarà dimessa a breve, il piccolino resterà nell’Utin dell’ospedale Civico finché non si sarà stabilizzato e non avrà raggiunto il peso di almeno due kg e mezzo. L’augurio è che al più presto mamma, papà e Bryan possano iniziare la loro vita insieme. Il mio mestiere non smette mai di stupirmi. Mi stupisce la forza della vita, la determinazione delle donne e la potenzialità di noi medici, che quando facciamo team riusciamo a compiere grandi imprese.”
A Maria Francesca, al piccolo Bryan e all’equipe che ha reso possibile questo miracolo va il nostro plauso. Ad maiora!