Sono tanti i genitori che si rivolgono preoccupati al pediatra perché il loro piccolo digrigna i denti, soprattutto nel sonno. Allertati dal suono fastidioso e caratteristico, controllano che il loro bimbo riposi bene ed effettivamente il piccolo digrigna i denti pur continuando la sua dormita. Il fenomeno si chiama bruxismo e colpisce ben tre bimbi su dieci, soprattutto in età scolare. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Erica Lipani, odontoiatra e specializzanda in ortognatodonzia

Cos’è il bruxismo?
Partiamo dalla definizione del termine bruxismo: si tratta di una parafunzione ovvero di un insieme di attività di muscolatura volontaria, secondo meccanismi fisiologicamente normali (=in questo caso masticatori), che però non hanno obiettivi funzionali e sono potenzialmente dannose. Il bruxismo prevede il serramento e\o il digrignamento dei denti con tutte le conseguenze che ciò produce dall’usura dentale ai dolori articolari.
Bruxismo nel bambino
Si tratta di episodi prettamente notturni che si manifestano durante il sonno di cui il piccolo paziente non ha contezza, ma al contrario sono i genitori a rendersi conto di questi episodi e giungono in studio preoccupati. Ma quanto e quando bisogna veramente preoccuparsi?
Il bruxismo nel bambino è un fenomeno fisiologico e diffuso in particolare nella fase di dentizione mista, ovvero nel periodo in cui il bambino sta perdendo i denti decidui (da latte) e li sta sostituendo con i denti definitivi. Di per sé non è mai stato considerato, nel bambino, un episodio patologico ma come dicevo pocanzi fisiologico e transitorio, che con il termine della permuta ha fine, fortunatamente nella maggior parte dei casi è così.
Bruxismo da fenomeno fisiologico a patologico
Tuttavia, oggigiorno il passaggio da fenomeno fisiologico a patologico è sempre più frequente: l’eziologia del bruxismo ha uncarattere multifattoriale, secondo quanto riportato dalla letteratura recente: la componente psicologica (=nervosismo e stress) è il fattore causale principale, malocclusioni dentali, traumi, patologie degenerative articolari, abitudini viziate, fattori ereditari sono altre delle condizioni riscontrate. Oggigiorno i bambini sono moltoimpegnati scolasticamente, attività extra-scolastiche (calcio, musica, lingue straniere, etc.), chiaramente il periodo storico appena vissuto di pandemia ha solo contribuito, e sono sempre di più i casi di bambini che bruxano per scaricare lo stress.
Bruxismo quando preoccuparsi?
Dobbiamo dunque preoccuparci quando i sintomi, non si limitano al semplice episodio notturno, ma compaiono: rumori articolari, limitazione nell’apertura della bocca, dolore facciale e periauricolare, cefalea muscolo-tensiva e disordini posturali, ma soprattutto un grande problema è quando cominciano ad usurarsi gli incisivi definitivi à vedremo i margini degli incisivi molto dritti e non più con mammelloni tipici di un dente giovane.
Come si cura il bruxismo?
Per quanto concerne la terapia del bruxismo nel bambino, la clinica e la letteratura è divisa sulla effettiva necessità di trattamento; nel nostro studio, a seguito della visita valutiamo la necessità di terapia in ogni singolo caso. A volte basta limare un dentino da latte “che tocca prima” rispetto agli altri o in altri casi, dove già presente uno stato iniziale di usura dei denti definitivi, procediamo con un’apparecchiatura che vada a proteggere i denti definitivi. C’è da dire che una volta iniziata la terapia ortodontica la parafunzione “scompare” nel piccolo paziente: il digrignamento e il serramento sono scoraggiati dall’indolenzimento dei denti prodotti dall’apparecchiatura e non essendo più una sensazione piacevole il bambino interrompe la parafunzione.
Quello che mi sento di dire ai genitori è di non preoccuparsi ma di far presente in primis al proprio pediatra e in seguito al proprio dentista degli episodi di bruxismo del proprio bambino in modo da poter valutare a 360° l’effettiva necessita di trattamento.