Aumentano i virus respiratori tra i piccolissimi e negli ospedali è allerta posti letto.
La fotografia in Sicilia è parallela a quella nazionale: è alta la percentuale di neonati che accedono nei Pronto soccorso con sintomi respiratori anche importanti e che quindi sono ricoverati con diagnosi di virus sinciziale, meglio conosciuto come bronchiolite.
A livello nazionale a lanciare l’allarme è il dottore Fabio Midulla, presidente della Società italiana per le malattie respiratorie, che dice: “Si tratta di un’epidemia, arrivata con due mesi di anticipo. Il virus sinciziale, se contratto nei primissimi mesi di vita può provocare sintomi anche importanti a livello di basse vie respiratorie. Nei bimbi più grandi e negli adulti, si risolve con sintomi lievi.”
Abbiamo fatto il punto con due esperti, che ci spiegano meglio cosa sta succedendo.
Il professore Marcello Vitaliti, neonatologo, dirige l’Utin dell’ospedale Civico di Palermo, una delle principali terapie intensive neonatali dell’Isola.
Professore Vitaliti, aumentano i casi di bronchiolite nei neonati?
Ahimè sì, ma è doverosa una premessa, nelle fasi più restrittive della pandemia, quindi durante i vari lockdown, abbiamo avuto un record al contrario, ossia non si registravano casi di virus sinciziale nei piccolissimi, quando solitamente la media, tra gennaio e aprile, è sempre stata di circa cinquanta diagnosi di neonati con bronchiolite. Ci aspettiamo adesso un’impennata di casi, poiché tante sono le segnalazioni e stiamo già attivandoci su due fronti: la profilassi con anticorpi monoclonali per i neonati ad alto rischio (prematuri o con patologie) e l’imminente attivazione dei posti letto in isolamento. Attendiamo le autorizzazioni burocratiche, che dovrebbero arrivare a breve.
A cosa devono stare attenti i genitori di neonati?
Ai sintomi respiratori e alla febbre, che in un neonato non va mai presa sottogamba, anzi, qualora si presentasse si deve sempre avvisare il pediatra e non ricorrere al fai da te. Occhio alla tosse, all’inappetenza, alla frequenza respiratoria dei piccolissimi. Se il torace si muove troppo vistosamente, è segnale che il bimbo sta respirando male e quindi occorre contattare il medico.
Il consiglio è quello di fare attenzione. Di tutelare i più piccini perché più cagionevoli. Nei neonati anche il contatto con il comune rhinovirus o con un qualsiasi virus para-influenzale, può rappresentare il rischio di una complicazione in bronchiolite. La raccomandazione è anche quella di sottoporsi a vaccino influenzale: gli adulti devono farlo a tappeto e i bimbi dal primo anno di età.
Sul fronte dei ricoveri, l’ospedale dei Bambini- Di Cristina di Palermo è particolarmente interessato nel fronteggiare l’ondata di virus respiratori.
Abbiamo fatto il punto con la professoressa Claudia Colomba, infettivologa, pediatra e primario del reparto di Malattie infettive del nosocomio pediatrico palermitano.
professoressa Colomba, cosa sta succedendo da qualche settimana a questa parte?
Stiamo osservando un aumento dei virus sinciziali nei neonati e comunque di quelli respiratori più in generale. Abbiamo anche già verificato un paio di casi di influenza stagionale di tipo A.
Da un punto di vista clinico cosa state osservando?
Accedono in pronto soccorso bambini con sintomi respiratori e con febbre. La prima cosa, ovviamente, è escludere il Covid. Fatti i tamponi, viene poi avviato il percorso di diagnosi. Al momento abbiamo in ospedale un buon 80% di ricoverati, nei reparti di Malattie infettive e Pneumologia, con complicazioni respiratorie dovute a virus molto comuni. Nessuno dei nostri ricoverati è però risultato positivo al Covid. In larga parte si tratta di neonati sotto l’anno di vita o comunque di bimbi che hanno meno di 24 mesi. I sintomi sono tipici: febbre, tosse, difficoltà ad alimentarsi. Segnali che costituiscono un allarme per i genitori, che accedono quindi in pronto soccorso. Quando si tratta di bimbi molto piccoli, che in presenza di un problema respiratorio non riescono ad alimentarsi o quando sono bimbi più grandicelli, ma con problemi di base, quali l’asma o altre compromissioni, si rende necessario il ricovero, così da prestare loro le terapie adeguate, compresa l’ossigenoterapia.
Cosa consiglia ai genitori?
Di non cadere in un terrore immotivato. Stiamo sì verificando un anticipo dei virus invernali, si tratta comunque di fenomeni virali che conosciamo. Ahimè nei neonati anche un “banale” rhinovirus può complicarsi in una bronchiolite. Nei bimbi più grandicelli generalmente si risolve tutto nel giro di un paio di giorni, senza dover ricorrere a terapie ospedaliere. Il consiglio è quello di non correre al Pronto soccorso al primo colpo di tosse, ma in prima battuta di rivolgersi al pediatra di libera scelta, che saprà indirizzare sul da farsi. Se abbiamo in casa un neonato, curiamo ancora di più l’igiene ed evitiamo di farlo entrare in contatto con persone che hanno sintomi influenzali o da raffreddamento. Evitiamo di portare i neonati in posti chiusi e affollati. In presenza di fratellini più gradi con sintomi influenzali, attiviamoci con le cautele del caso: pulizia più frequente delle mani, evitare la promiscuità nell’uso delle stoviglie e contatti ravvicinati di naso e bocca. Il consiglio generale è poi quello di vaccinarsi contro l’influenza stagionale: gli adulti tutti e i bimbi dal primo anno di vita in poi.
La situazione è sotto controllo?
Rischiamo una carenza di posti letto, ma da un punto di vista clinico siamo sereni, stiamo curando i nostri ricoverati con le terapie adeguate e riceviamo le risposte sperate.