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Home » Bimbi e tosse, quando preoccuparsi o pensare al Covid. Lo spiega il professore Giuseppe Iacono

Bimbi e tosse, quando preoccuparsi o pensare al Covid. Lo spiega il professore Giuseppe Iacono

  • Atuttamamma.net
  • Gennaio 28, 2021
  • Salute

Un vademecum sui vari tipi di tosse pediatrica a cura del professore Giuseppe Iacono, pediatra e già primario al Di Cristina di Palermo

Le affezioni alle vie respiratorie nei bimbi sono un’occorrenza molto comune. Sulle linee guida dell’Ospedale Bambin Gesù di Roma, si legge che nei bimbi più piccini possono verificarsi fino a sei episodi patologici all’anno, che riguardano le alte e le basse vie respiratorie. In tempo di pandemia, però, sintomi quali il mal di gola forte o la tosse, possono lanciare nel panico i genitori. Il terrore è che sintomi comuni possano rivelare una positività al Covid. Abbiamo chiesto un parere al professore Giuseppe Iacono, pediatra, gastroenterologo e già primario all’ospedale Di Cristina di Palermo.

Professore, la tosse che oggi fa tanto paura, in realtà può essere del tutto innocua nei bimbi, ci aiuti a capire

Da quando viviamo la pandemia e correlata a questa anche il forte bombardamento mediatico, un sintomo comune come la tosse può lanciarci nel panico. Un terrore suffragato dal fatto che, da quasi un anno, ci sentiamo ripetere che il campanello di allarme della malattia da Covid sia proprio la tosse. Non si deve però generalizzare e dobbiamo considerare che, soprattutto nei bimbi, questo è un sintomo molto comune e il più delle volte innocuo.

La tosse nei bimbi cosa indica?

Primo punto principale: non terrorizziamoci per la tosse, ma impariamo a riconoscerla. Generalmente ne abbiamo di due tipi: quella stizzosa, che è di carattere secco e quella grassa, che è una tosse catarrale, quindi matura. La tosse non deve essere vista come un nemico, ma come un meccanismo di difesa, alla stessa stregua della febbre. Laddove c’è tosse c’è anche un fatto irritativo in corso: un fenomeno allergico o irritante (se siamo per esempio in mezzo al traffico o in un ambiente saturo di fumo), o può derivare dalla presenza di un corpo estraneo e in quel caso non si deve assolutamente placarla, poiché rappresenta il modo per liberare le vie respiratorie dall’intruso.

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Quando invece la tosse indica un’affezione alle vie respiratorie?

Per comprendere se la tosse è prodromica di affezioni delle alte vie respiratorie (laringite per esempio) o basse (bronchite o polmonite) occorre monitorare il piccolo e confrontarsi con il medico, che saprà indicare l’approccio diagnostico e terapeutico. Anche in questo caso non si deve mai cadere nel panico o peggio catapultarsi in guardia medica o al pronto soccorso. Occorre valutare lo stato di salute generale del piccolo. Nel caso in cui la tosse fosse ingravescente e si presentassero anche febbre alta, apatia, inappetenza allora occorre recarsi al pronto soccorso e seguire l’iter, che in tempi di pandemia prevede un protocollo dedicato ai chi presenta sintomi respiratori.

Quando pensare al Covid?

Sia il Covid che gli altri virus influenzali in fase iniziale sono sovrapponibili, quindi è difficile dire in prima istanza di cosa si tratti. É importante conoscere la situazione familiare, capire se eventuali contagiati hanno avuto contatti con il bambino. Nella maggior parte dei bimbi le forme sono fortunatamente asintomatiche o paucisintomatiche e si risolvono nel giro di poco tempo e senza lasciare strascichi. In caso di sintomi importanti e di chiaro sospetto Covid, occorre portare i piccoli nei pronto soccorso Covid, dove in prima battuta i piccoli saranno tamponati, così da verificare eventuale positività al virus.

 

Un consiglio per placare in maniera naturale la tosse?

Un consiglio molto utile per lenire la tosse sono i suffimigi: acqua calda e pochissimo bicarbonato.

In presenza di mal di gola è utile il miele di eucalipto, che però non ha effetto sulla tosse. Non si deve però mai dare il miele sotto l’anno di vita, poiché può contenere la tossina botulinica, che il fegato del bimbo sotto i dodici mesi di vita non sa detossinare.

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Luoghi comuni o timori fondati: i bimbi con il freddo devono stare a casa?

Sin dall’inizio della pandemia, sostengo che i bimbi debbano uscire, anche con il freddo. Vanno coperti bene, quindi materiali naturali, in prima battuta la lana, berretto e sciarpa e non si deve esporli a correnti d’aria. Ovviamente se capita un piccolo raffreddamento, qualche starnuto o colpo di tosse, non succede nulla. Occorre evitare il terrore che i nostri bimbi entrino in contatto con i virus: è una cosa fisiologica, che aiuta il formarsi del sistema immunitario dei nostri piccoli e lo mantiene vivace. Quando si tratta di virus banali è bene che i nostri piccoli vi entrino in contatto, a meno che non si tratti di un bambino immunodepresso.

I genitori temono in tempo di pandemia vaccinano meno i loro bimbi, cosa consiglia loro?

 

I vaccini si devono fare regolarmente e tutti indistintamente: prime dosi e richiami. I vaccini stimolano il sistema immunitario e quindi è corretto sottoporvi i bimbi. É come quando facciamo palestra per stimolare i muscoli: lì per lì il muscolo fa male, ma poi ne esce rafforzato, lo stesso vale per il sistema immunitario. I timori sono legati alle code ai centri vaccinali o al timore, del tutto infondato, che il fisico di un bimbo possa lì per lì indebolirsi in un momento in cui è auspicabile essere fisicamente forti. Sono paure senza fondamento, anzi pensiamo quanto più grave sarebbe per i nostri piccoli ammalarsi di una malattia vaccinabile, soprattutto di questi tempi. Fidiamoci della medicina e andiamo avanti senza paure.

Grazie professore e ad maiora!

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Maristella Panepinto

Sono Maristella, mamma, moglie e giornalista professionista. Da piccola volevo diventare Jo March di Piccole donne. Lavoro nel mondo del giornalismo da quando avevo 18 anni.

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