Aumentano i casi di Covid. Nell’ultimo mese un picco, che ha visto passare i contagi in Italia da 6000 a 30.000. La variante che domina é la Eris, i sintomi comuni sono simili a quelli dell’influenza stagionale. Il 25 settembre sarà distribuito alle regioni il nuovo vaccino anti-Covid, testato sulle nuove varianti.
Abbiamo fatto il punto con il professore Antonio Cascio, infettivologo e primario al Policlinico di Palermo.
Professore Cascio, una forte circolazione del Covid, atipica per un periodo ancora tanto caldo. Perché succede?
Colpa delle varianti. Il virus, mutando, ha maggiore circolazione. Sebbene il clima sia ancora prettamente estivo, soprattutto al sud, dobbiamo considerare che si é tornati a fare vita al chiuso, per via della ripresa delle attività scolastiche e più in generale dei pieni ritmi lavorativi post estivi. La vita comunitaria al chiuso favorisce la circolazione virale e quindi ecco il picco dei contagi.
É il caso di allarmarsi?
Direi proprio di no, poiché i sintomi comuni del Covid sono simili a quelli influenzali e si risolvono in pochi giorni. Febbre, dolori articolari, stanchezza, produzione di muco nasale e tosse. Ovvio che vi sono le eccezioni e che si contemplano complicazioni quali le polmoniti. Succede però raramente e nei soggetti anziani o compromessi, che sono sempre invitati alla prudenza. Non mi sento di creare alcun allarmismo, non registriamo pressione ospedaliera dovuta al Covid, quindi no alla corsa a tamponi ripetuti e all’uso di mascherine nei soggetti in buona salute. L’uso di mascherine evita il naturale contatto con agenti virali e batterici che naturalmente stimolano sistema immunitario rendendolo capace di proteggerci da microrganismi che hanno antigeni simili.
A breve partirà la nuova campagna vaccinale, chi deve sottoporvisi?
La circolare del Ministero della Salute del 14 agosto raccomanda che si vaccinino tutte le persone di età pari o superiore a 60 anni, gli ospiti delle strutture per lungodegenti, ma anche donne in gravidanza o nel post partum (anche se allattano) e anche operatori sanitari impegnati in strutture di lungodegenza. Il vaccino é raccomandato a persone con elevata fragilità in quanto affette da patologie o con condizioni che aumentano il rischio Covid 19.
La vaccinazione viene consigliata anche a familiari e conviventi di persone con gravi fragilità. La somministrazione della dose di richiamo del nuovo vaccino deve avvenire a 3 mesi dall’ultima dose ricevuta (o dall’infezione di Covid) a prescidere dal numero di richiami fatti. Si potrà fare anche contestualmente la vaccinazione per l’anti-inflenzale (ma nell’altro braccio).