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Aumentano i casi di abuso tra i giovanissimi, la neuropsichiatra Buffa: controlliamo e affianchiamo i nostri figli

Consumo di alcol e droghe, isolamento, poca comunicazione con i genitori, queste alcune delle cause del triste fenomeno

C’é un allarme che riguarda i più giovani ed é quello degli abusi sessuali. Il focus si concentra principalmente tra gli adolescenti, con un picco nella fascia che va dai 14 ai 16 anni. C’è tanta chiarezza da fare in merito e per comprendere meglio l’allarme ne abbiamo parlato con la dottoressa Daniela Buffa, neuropsichiatra all’ospedale Dei bambini, Di Cristina di Palermo.
La dottoressa Daniela Buffa, neuropsichiatra

Dottoressa Buffa, ci spieghi cosa si intende per abuso?

Quando si parla di abuso occorre fare una giusta distinzione tra il balordo che di sera aggredisce una ragazza per strada e le usa violenza e quella gamma di abusi di fatto assai sfumata e molto più calata nella quotidianità. Mi riferisco a quell’ambito in cui l’abuso rischia di confondersi con il consenso. Ed ecco, scavando nel vissuto dei giovanissimi, che viene fuori l’uso di alcol e di sostanze stupefacenti, la perdita di coscienza e da lì il subire abusi. Le vittime sono principalmente di sesso femminile e non dimentichiamo le trappole online. Molte condizioni di abuso partono da lì.

Tanti giovani che quindi denunciano i fatti a posteriori? Perché succede?

Che i giovanissimi oggi bevano alcolici o usino droghe é un allarmante dato di fatto, che ahimè é verificato per grossi numeri. Succede spesso perché il giovanissimo vuole perdere i freni inibitori, così da risultare “figo” agli occhi dei pari. Una volta persa la consapevolezza si rischia di fare quel che non si vorrebbe e da lì può purtroppo capitare di essere abusati.

Ci racconta una “situazione tipo”?

Una quattordicenne che arriva alle mie cure per atti di autolesionismo molto gravi. Iniziano i colloqui e non nomina mai la sfera sessuale, né pronuncia il termine abuso. Ci vuole un po’ perché la giovane scelga di mettere a fuoco. Cosa viene fuori? Che nel giro di qualche mese ha subito ben cinque abusi e tutte le volte lei era ubriaca o sotto effetto di droghe leggere. Quindi, apparentemente, era consenziente, poiché non é stata aggredita per arrivare all’atto sessuale. Formalmente e per la legge italiana, chi é incapace di intendere e di volere, quindi la ragazza sotto effetto di droghe o alcol, potrebbe non volere l’atto sessuale, quindi l’uomo dovrebbe avere il buon senso e la buona morale di evitare l’approccio. É un campo assai complesso e sfumato e altrettanto difficile é il lavoro di noi neuropsichiatri, che dobbiamo sapere scavare nell’eloquenza di certi dolori.

Succede spesso?

Diciamo che un buon 30% dei miei pazienti ha problemi legati ad abusi o all’essere vittima di bullismo, altro gravissimo problema dei giovani di oggi.

Chi sono “gli aguzzini”?

L’aguzzino puó essere chiunque. Spesso rintracciamo episodi di abusanti tra la comitiva di amici, anche tra i parenti. Una ragazzina veniva palpeggiata esplicitamente e da mesi dalla cugina più grande. Riceveva queste attenzioni dalle quali non riusciva a sottrarsi. Si era pure convinta che fossero azioni legittime, finché non ha iniziato a vivere un grave disagio emotivo, che l’ha portata a necessitare di cure neuropsichiatriche.

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Perché la vittima cede anche ad abusi ripetuti?

Perché si crea un rapporto di dipendenza. Quelle attenzioni non mi piacciono, comprendo che sono tossiche, ma in qualche modo ne ho bisogno perché mi fanno sentire importante. Perché in questa società del mordi e fuggi, dell’apparenza, dei compartimenti stagni, per cui se io ho addosso l’etichetta della sfigata sarà difficile scrollarmene, trovo nell’abusante la persona che mi fa sentire centrale. Attenzione, io non traggo godimento da questi abusi, perché poi esprimo un disagio: problemi alimentari, autolesionismo, addirittura tentativi di suocidio.

Come aiutare i giovani di oggi a non cadere in queste trappole emotive?

Occorre partire dalle figure genitoriali. Mamma e papà devono chiedersi: ascolto mio figlio? Passo del tempo con lui? Controllo l’uso che fa dei dispositivi informatici (lí si annidano le trappole più pericolose, già dall‘infanzia. Per questo ritengo che ai bambini non dovrebbe essere concesso un uso prolungato e “in fiducia” dei telefoni cellulari)?

Capita poi che un genitore sorprenda il figlio su un sito di contenuti porno e via con la paternale feroce. Non é questa la strada. Occorre intanto interessarsi ai nostri figli e non depositarli tra telefoni, tablet e videogiochi. Semmai dovessimo sorprenderli a fruire un contenuto “illecito”, dovremmo sforzarci di non fare sfuriate, quanto di dialogare, mettendo da parte l’arma affilata del giudizio e dell’ umiliazione. Un altro ruolo importante é quello della scuola. Gli insegnanti devono stare in campana così da capire eventuali disagi tra i banchi. Molto dolore parte da lì e da quella sofferenza si articolano le fragilità che sono terreno fertile per gli abusi.

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Non é semplice però scalfire il muro degli adolescenti, che parlano poco ma sono parecchio social

Comprendo bene che oggi sia difficile, ma non impossibile. Il genitore deve affiancare, condividere e spiegare. Sfatiamo il mito del genitore “amico del cuore”, frase fatta e fuori luogo. Anzitutto , ritengo assai improduttivo che un genitore faccia il ragazzino, che si vesta addirittura come il figlio adolescente. Il papà e la mamma sono genitori e devono impartire regole, delimitare confini. Questo fin dalla primissima infanzia. I figli potranno e per certi versi dovranno anche infrangerle (questo per affermare la loro identità). Non si deve però mai perdere la linea di contatto con quel che é bene fare e soprattutto con ciò che é grave.

Oggi si parla però di genitori fragili?

É un dato verificato ma non generalizzabile. I genitori di oggi sono parte della generazione del precariato, il che la dice lunga. Inoltre le figure dei nonni sono cambiate epocalmente. Prima facevano clan intorno a figli e nipoti, oggi o sono troppo anziani per essere collaboranti o ancora giovani e quindi impegnati con il lavoro. Ovvio che ci vuole un grosso lavoro genitoriale nell’offerta di alternative ai figli: creare occasioni di svago insieme ai coetanei. Alimentare passioni oltre il virtuale (sport, libri, musica). Sembra impossibile, in realtà non lo é. Ricordiamoci che i nostri figli adolescenti, per quanto apparentemente ribelli e refrattari, necessitano e ci sono grati del nostro sostegno e interessamento, che é fondamentale perché loro possano crearsi un’identità individuale.

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