La pressione ospedaliera c’è e lo dimostrano i dati degli ospedali siciliani che si occupano di Covid. Al Cervello di Palermo, che è da qualche mese un centro Covid dedicato, il sovraffollamento al Pronto Soccorso, stamani, è del 115%. Dati che la dottoressa Tiziana Maniscalchi, primario facenti funzioni del reparto, ci aiuta a capire meglio.
”Indubbiamente la pressione, rispetto alle scorse settimane, è aumentata, lo dimostra il fatto che, se un mese fa avevamo una ventina di accessi in Ps in un giorno, oggi ne abbiamo più di 40 in meno di ventiquattro ore. Ancora reggiamo, questo grazie alla capacità di turn over dei malati. Va specificato ovviamente che non tutti i quaranta, che accedono quotidianamente, vengono poi ricoverati. La media delle ospedalizzazioni giornaliere supera i venti pazienti. Dati che comunque devono fare tenere alta l’asticella dell’attenzione.”
Chi accede in prevalenza nel vostro Pronto Soccorso?
Da qualche mese, si è abbassata notevolmente l’età. Il ventaglio degli utenti va dai 20 ai novanta anni, però da diverse settimane notiamo una riduzione notevole di accesso di ottantenni, ritengo grazie alla vaccinazione e un aumento della fascia che va dai 45 ai 60. Si presentano anche molti giovani e la situazione delle categorie dei fragili resta stabile, con numeri ancora allarmanti. Sui fragili andrebbe fatto un discorso a se stante: occorrerebbe una velocizzazione della campagna vaccinale, considerato che quando diciamo fragili non ci riferiamo solo a soggetti che vivono a casa perché impossibilitati a uscire per le loro condizioni di salute. Tra i fragili, per esempio, abbiamo anche gli obesi, i diabetici. Persone con una vita sociale e lavorativa normale, ma che vanno assolutamente tutelate. Se contraggono il virus, corrono rischi davvero alti.”
Nel vostro reparto aumentano gli accessi, ma paradossalmente diminuisce la richiesta di tamponi?
Chi si presenta al Pronto soccorso ha dei sintomi da malattia Covid. Che siano o meno gravi, si stabilirà nel corso delle visite. Un anno fa però, notavamo che al minimo sospetto, la gente si presentava per il tampone. Avevamo file enormi. Fenomeno che non si verifica più e che ci dà modo di pensare che oggi in molti evitano di tamponarsi, sebbene a rischio. Quindi mi appello al buonsenso: se avete frequentato persone risultate poi positive, se avete il minimo dubbio, occorre eseguire il tampone e rispettare eventualmente l’isolamento. È un atto di responsabilità per sé e per gli altri.
Dal vostro ospedale arrivano anche le buone notizie sul fronte anticorpi monoclonali?
In due settimane abbiamo trattato venti pazienti con risultati davvero incoraggianti. (Della terapia con anticorpi monoclonali abbiamo parlato di. Questo articolo https://www.atuttamamma.net/covid-in-sicilia-parte-la-cura-con-anticorpi-monoclonali-ecco-lesempio-dellospedale-cervello-di-palermo/. Di questi solo tre hanno poi necessitato di un ricovero (due dei ricoverati sono peraltro già stati dimessi), mentre gli altri hanno iniziato a stare meglio dopo la somministrazione. Parliamo di soggetti anziani, con forme di polmonite già in atto. Abbiamo curato una signora di 89 anni e due gemelle ultra settantenni, che, fatalità, presentavano un quadro clinico sovrapponibile. Questi dati danno molta fiducia in una terapia, che in medicina è consolidata e che nella lotta al Covid è stata autorizzata da poco, ma sta già dando risultati. Ovviamente attendiamo i trenta giorni, previsti dal protocollo, per sancire l’avvenuta guarigione.”