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Aosta, una meta per grandi e piccini

Una città family friendly: natura, altitudine, mostre, buon cibo e shopping

Aosta è una città che mi affascina da sempre. Seppur differente dagli scenari dolomitici, che mi rapiscono da quando ero piccina, ha in sé la bellezza della città antica, legata al tepore dei luoghi di montagna, dove il freddo si stempera con la maniera per combatterlo: camini che scoppiettano, abitazioni fumiganti, che emanano profumo di cose buone.

Abbiamo studiato l’itinerario ancora prima di partire, scoprendo, con meraviglia, che, seppur piccina, Aosta è ricca di attrazioni, di storia ed è sicuramente una città family friendly.

L’Area Megalitica e la mostra sui dinosauri

Una volta arrivati la prima tappa è stata all’Area Megalitica, per visitare la mostra “Dinosauri in carne e ossa”, il più grande allestimento tematico europeo. Con un bimbo di tre anni al seguito come non approfittarne? L’Area Megalitica: una vera e propria chicca perché raccoglie testimonianze di oltre cinque millenni di storia, dal Neolitico ai giorni nostri, diventando di merito uno dei siti archeologici più interessanti d’Europa. Lì, ad attenderci, c’era il dottore Gianfranco Zidda, stimato archeologo e responsabile scientifico dell’Area. Del dottore Zidda ci ha colpiti, oltreché l’evidente competenza, anche la maniera appassionata, paziente e pacata con cui ci ha illustrato la mostra e ancor prima tutto il sito archeologico, catturando, con un eloquio immediato, anche l’attenzione del nostro Raffaele, che ha fatto domande su domande, senza mai annoiarsi, nel corso di una visita che è durata oltre due ore.

Il dottore Zidda, responsabile scientifico Area Megalitica

“L’Area Megalitica, ha detto il dottore Zidda, intesa come allestimento museale è di recente edificazione. Nasce però su un progetto e su studi di esperti (archeologi e paleontologi), che durano da decenni, essendo Aosta una città di grande interesse archeologico, con una storia, che inizia circa cinque millenni fa e portando una forte e preziosa eredità del periodo romano. Anche uno tra i più noti paleontologi, il dottore Alberto Angela, si è interessato all’area ed è stato nostro ospite proprio nel periodo inaugurale. I reperti sono tanti e sono compositi: da quelli funerari, compresa la sepoltura nella parte centrale dell’area (il percorso, non a caso, si snoda in verticale, con una discesa di circa sei metri sotto il livello della strada), fino ai gioielli, ai teschi ai vasi. L’intercalare dei modelli di dinosauro, su scala 1:1, ha sicuramente l’obiettivo di allargare l’interesse dell’area a nuove fasce di utenza, tra cui le famiglie con bambini. Ne è prova il numero di ticket staccati nelle prime due settimane di visibilità della mostra: quasi 8000 biglietti venduti. Un numero che ci inorgoglisce e che ci fa ben sperare che l’Area Megalitica possa entrare a far parte dei siti archeologici di grande interesse turistico.” L’Area Megalitica è effettivamente di facile ed accattivante fruibilità, con una disposizione del percorso e delle luci che facilitano il percorso, catturando la curiosità del visitatore.

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Gli esemplari di dinosauri sono in tutto 30, sono a dimensioni reali, coloratissimi e riprodotti fedelmente non solo da un punto di vista visivo, ma anche tattile.  I bimbi potranno sbizzarrirsi ad ammirarli, ma anche a toccarli, provando l’emozione di sentire tra le dite il manto di un vero dinosauro. Come ci ha spiegato il dottore Zidda: “Questa mostra ha l’obiettivo di far capire ai bimbi che i loro tanto amati dinosauri non erano essenzialmente degli esseri spaventosi, ma erano gli abitanti del mondo in tempi lontanissimi, erano colorati e volendo anche belli.” Gli esemplari, oltreché all’area megalitica, sono visibili anche all’esterno, in alcuni punti clou della città: all’Arco di Augusto (il diplodocus dal lungo collo), in piazza della Repubblica (il celeberrimo Tirannosauro) e al Forte di Bard. La mostra è visitabile fino all’otto marzo (sebbene, è probabile che la chiusura sia prorogata, considerato il numero di richieste). È aperta tutti i giorni dalle 10 alle 18 e sono previsti eventi tematici, anche per bambini, che prenderanno il via già a gennaio. ll costo è di 7 euro, ridotto 5. Gratuito per i bimbi sotto i 6 anni.

Aosta tra shopping e palazzi signorili

Aosta ha un centro storico facilmente percorribile con i bambini, con ampia area pedonale, e con le strade dedicate allo shopping: tra queste via Aubert, Via Croix de Ville e Via De Tillier. Lì, oltre ai negozi delle grosse catene commerciali, è possibile trovare boutiques specializzate nella vendita di filati di fibra naturale, maglioni e sciarpe di lana mohair e cachemire e negozi di ottimo pellame. La passeggiata sarà deliziata dalla vista di signorili palazzi settecenteschi, di pittoreschi vicoli (Du Mauconsel e Des Cogneins). Splendido il colpo d’occhio una volta arrivati nella nobile piazza Émile Chanoux, dove si affaccia l’Hotel de la Ville, che è l’elegante palazzo di città (mi si conceda di eccedere in aggettivi, perché non potrei fare altrimenti). Davanti al municipio, creando una particolare illusione ottica, vi è la pista di pattinaggio, che pare quasi un lago di ghiaccio, e un luminoso albero di Natale. Da  lì siamo arrivati con facilità verso i mercatini di Natale, tra i resti del teatro Romano, dove per l’occasione è stato allestito un villaggio alpino. Lungo la strada abbiamo sorseggiato il vin brulè e mangiato le tegole di Aosta, che altro non sono se non dei biscotti friabili, leggeri e deliziosi.

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A Pila al rifugio lo Yeti

Non poteva mancare la gita ad alta quota, a quasi 2000 m, a Pila, che si trova proprio sopra Aosta. Pila è una frazione di Gresson ed è una località bella non solo per i rinomati impianti sciistici, per il parco sky dedicato ai bimbi (imperdibile anche per chi, come noi, ha un bimbo piccino, che potrà sbizzarrirsi con il bob, lungo le comode e sicure discese per i piccolissimi), ma anche per il calore e la simpatia della gente del posto. È raggiungibile in cabinovia dal centro città o in automobile, lungo un’agevole strada di montagna di una ventina di km. Una volta in cima, all’uscita della cabinovia, ecco il ristorante lo Yeti, che offre una vista perdifiato sul monte Bianco a sinistra e sul Cervino a destra. Arrivati allo Yeti ci siamo crogiolati al sole, nell’ampio spazio esterno, dove è possibile pranzare o sorseggiare una bevanda calda, accompagnata da un dolce della casa.

 

Ad accoglierci Katia: una ragazza dalla dolcezza disarmante ed al contempo preparatissimi in tema di ristorazione e beverage. Su suggerimento di Katia abbiamo iniziato il nostro pranzo con un antipasto valdostano: crostini con lardo, miele e castagne cotte (una delizia!), salumi tipici, il boudin, preparato con carne di maiale e barbabietola, il sanguinaccio (ottimo anche per i palati più esigenti), la motsetta, un salume di carne bovina dal gusto inconfondibile e poi la selezione di formaggi, con la regina dell’alpeggio, la fontina. Sempre la fontina l’ha fatta da padrone nella seconda portata: la fonduta con uovo a la coque e crostino di pane integrale, un comfort food assolutamente da provare. Ecco la zuppa valpellinese, uno dei must della cucina valdostana. Preparata con la verza, il pane raffermo e l’immancabile fontina. Un piatto tanto calorico quanto prelibato. Abbiamo lasciato posto anche per la classica cotoletta alla valdostana, gustata sorseggiando un corposo Vallè d’Aoste. Quindi il  gran finale con i dolci della casa: la cheesecake ai frutti di bosco (i mirtilli indimenticabili) e le goduriosissime pere martine, cotte nel vino, una squisitezza come poche. Per finire caffè ed “ammazzacaffè”, un genepy, liquore alpino a base di erbe, preparato secondo una ricetta segreta del ristorante Lo Yeti. Katia e lo il suo staff ci hanno coccolato dall’inizio alla fine, avendo una cura particolare per Raffi, al quale sono stati serviti immediatamente il primo, la sua adorata pasta asciutta e quindi il secondo, cotoletta con contorno di patate al forno, ultra buone. Anche questa volta perdonate l’apparente abuso di aggettivi qualificativi, tutti più che meritati.

Una volta fuori dal ristorante, eccoci a scorribandare sulla neve: Raffi prima alle prese con il bob e poi via a a giocare a palle di neve e a fare pupazzi, quindi una visitina alla chiesetta e una puntatina in farmacia per comprare una crema solare (l’avevamo dimenticata ed in montagna il sole picchia forte, fortuna che a Pila non manca nulla). Torneremo sicuramente, perché siamo stati bene ed il nostro piccino è stato felice. Aosta è una meta consigliatissima per chi ama la montagna, i ritmi lenti e l’aria buona. Una città piccina, ma in grado di accontentare tutti. Saremo curiosi di visitare il resto della valle, che regalerà sicuramente calore, panorami, buona tavola e l’incommensurabile sensazione dello stare bene che è dei posti alti.

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