Dietro il successo di Porta a Porta c’è lo zampino di una bella donna di Anagni. Vespa dice di fare con lei “una coppia di fatto”. La bionda signora sorride e conferma scherzosa: “dopo quasi 24 anni braccio a braccio vuoi che non sia così?”
Antonella Martinelli è il braccio destro di Bruno Vespa nel celeberrimo programma della seconda serata di Rai 1. Autrice di lungo corso, è suo il nome che spunta sui titoli del programma, subito dopo quello del direttore. Una storia, quella della Martinelli con il seguitissimo second time televisivo, che dura da sempre, da quando il salotto di Vespa aprí i battenti nel lontano 1996. Abbiamo conosciuto Antonella Martinelli proprio negli studi di via Teleuda, dove lei non si risparmia: accoglie gli ospiti, sorride in maniera ampia, è cordiale, molto garbata ed ha tempo per tutti. Si capisce subito però che lei è la lady di ferro del programma: sa gestire i tempi, coordina con garbo e alla fine di ogni puntata tira le somme con il direttore, che di lei si fida ciecamente.
Chi è Antonella Martinelli?
Sono di Anagni, sono un’autrice televisiva “per caso” e lavoro in Rai da quasi un trentennio. Ho una grande passione per la cucina: amo gustare ma anche tantissimo cucinare (Martinelli ha scritto un libro di antiche ricette, Essenze di felicità, edito da Rai Eri), la parmigiana e il sartú sono il mio forte. Non parlatemi peró di cimentarmi con la cucina light. Non sono assolutamente una sportiva, ma alleno la mente leggendo tantissimi libri: da Borges fino alla biografia di Michelle Obama. Quando sono giù di morale fare un piccolo acquisto mi rimette in sesto, amo lo shopping, sono capace di farlo anche dal ferramenta (sorride) certo nella mia boutique preferita di via Settembrini la cosa riesce meglio. Amo tante cose, ma l’amore più grande è mia figlia Benedetta. È tanto diversa da me, ma quanto è meravigliosa. Non le frega nulla di politica e attualità (i miei cavalli di battaglia), lei è uno stimato chirurgo a Londra.
Come sei arrivata in Rai?
Per caso. Mi ero separata da mio marito e non accettavo l’idea dell’assegno di mantenimento. Non mi sembrava assolutamente una cosa carina. Di contro non avevo mai lavorato. Nata in una famiglia borghese, laureata giovanissima, quindi moglie, non avevo mai avuto l’esigenza di cercare un lavoro. Come fare? Una gentile signora, che viveva nel mio palazzo e che lavorava in Rai, mi disse che in azienda cercavano personale. Cominció così. Con un piccolo contratto a tempo determinato, poi le esperienze da programmista e quindi da autrice a Rai 3, tra gli altri, per Magazine e Harem, condotto da Carherine Spaak, donna adorabile, con cui è stato un piacere lavorare.
Poi la virata verso Porta a Porta
Da qualche anno avevo esaudito il desiderio di passare a Rai 1. Quando bolliva in pentola il progetto di Vespa io volevo lavorare come autrice al fianco di un uomo (generalmente loro sono più facili di noi donne – sorride). I colleghi non facevano certo a pugni per entrare in quello staff per la semplice ragione che Porta a porta nasceva come progetto temporaneo: una stagione con due puntate settimanali in diretta e poi stop. Le cose andarono diversamente e sono quasi 24 anni che andiamo in onda con il merito di aver coniato un format del tutto originale. Mischiare politici, che erano visti come mostri sacri, con gente di spettacolo era un azzardo, che abbiamo però voluto tentare. Nella prima puntata abbiamo scommesso su Romano Prodi e Milli Carlucci: fu un successo. Un retroscena: la sigla, con il tema di Via con il vento fu un’idea mia. All’inizio qualcuno era scettico ma poi mi diedero ragione. Mi sa che ho avuto una buona idea.
Parlaci di Bruno Vespa
È un leader e come tutti i leader non ha un carattere facile. Ha un’intelligenza è una capacità di analisi politica sveltissima. È una persona dai tempi rapidi, come tutti i bravi giornalisti vuole subito andare “alla notizia”, non si perde mai in lungaggini e non le sopporta. Sicuramente un fuoriclasse. Che dire: ormai ci capiamo con gli occhi ed ha il merito, sebbene sia una persona tanto sicura delle sue idee, di accettare le mie. È una persona energica, piena di interessi e con una memoria di ferro. Pensa che ricorda pure cosa ha scritto a pagine 121 del suo ultimo libro. In questi anni siamo anche diventati amici, legame esteso anche alla moglie.
Quale puntata ti è più rimasta nel cuore?
Sicuramente quella della chiamata in diretta di Papa Giovanni Paolo II. Oggi magari la cosa fa meno notizia, ma all’epoca era un evento unico ancor più che eccezionale. Era il 13 ottobre del 1998 ed avevamo dedicato una puntata ai vent’anni del Pontificato di Wojtyla. Lui chiamó per ringraziare e fui io a parlare con il segretario. Vespa pensó a uno scherzo ma poi, in diretta telefonica con il Papa, si commosse fino alle lacrime. Pensa che mia figlia non veniva mai a vedere le dirette del programma e quella fu una delle pochissime volte che si trovò in studio. Un’emozione unica.
La puntata più difficile di Porta a Porta
Quando affrontammo il caso Cogne. Abbiamo ospitato più volte Annamaria Franzoni. Non era facile, per niente. Una delle situazioni più dolorose tra quelle che abbiamo trattato. Considerate anche che all’epoca eravamo i soli a fare quel tipo di tv e allora, come oggi, il garbo, i toni adeguati e il rispetto per le persone e le circostanze erano un diktat.
Ti occupi di politica ed attualità. Come nascono queste passioni
La passione per la politica nasce perché da quando avevo otto anni, la mattina a colazione, mamma e papà facevano trovare a me e a mio fratello il giornale. La nostra era una famiglia dalle conversazioni poco usuali. Parlavamo più di politica e attualità che non delle solite cose di cui si parla a tavola. Da lì la passione per i comizi dei politici di allora. Ero simpatizzante Dc ma non ho mai avuto una tessera di partito. Oggi, per esempio, vista la congiuntura politica, mi spiace che non siamo ancora in onda (Porta a Porta riparte il 10 settembre). Ci sarebbe stato da divertirsi a stare sul pezzo.
Hai fatto grandi interviste ma non sei giornalista
Ho avuto l’onore di intervistare pilastri del vostro mestiere: Biagi e Montanelli su tutti. Mi sono trovata a Cuba con Vespa ed avevamo di fronte Fidel Castro e il Papa. Ho fatto diversi servizi, ma non sono una giornalista e non mi sento tale. Con i giornalisti condivido però la curiosità e la consapevolezza che fare questo lavoro vuol dire essere al centro delle cose che succedono.
Quale pregio ti riconosci?
Ho una grande apertura mentale. Merito dell’educazione ricevuta. Mia mamma, di origini calabresi, ha educato me e mio fratello proprio a questo. Mio padre, dopo essere rimasto vedovo, ha sposato il suo primo amore e noi siamo stati felici per lui. Amo la cultura. Non mi interessa frequentare gente con i soldi, che possiede tanto, fa viaggi spettacolari. Detesto chi si dà le aria. Adoro stare con le persone intelligenti, che apprezzano la cultura e non declamano meriti o “prodezze”. Leopardi non è mai stato alle Maldive eppure quanto era internazionale il suo pensiero? Sono anche una persona ponderata. Penso che non sempre si possa dire tutto ciò che si pensa e questo in nome e per conto del buon senso.
Sogni nel cassetto di Antonella Martinelli?
Sicuramente non dover più lavorare. A parte gli scherzi io adoro essere libera da orari, vincoli, scadenze. Amo stare a casa mia crogiolandomi nel dolce far niente. Dovendo però lavorare mi diverte da matti il lavoro che faccio e se resisto da tutti questi anni un motivo ci sarà.
Grazie Antonella e ad maiora!
Porta a Porta riparte il 10 settembre in seconda serata con tre appuntamenti settimanali: il martedì, il mercoledì e il giovedì. Confermato il rodato format del programma.