Primavera fa rima con allergie stagionali. Sebbene questa sia, per definizione, la stagione dei colori e della rinascita, chi è allergico sa bene che dovrà affrontare qualche difficoltà. In Italia una persona su cinque soffre di una forma allergica e anche i bimbi non sono da meno. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Francesca D’Anna, allergologa e dirigente e medico all’Ospedale Di Cristina- Dei bambini, di Palermo.
A che età un bimbo può manifestare sintomi di allergia?
Le allergie possono interessare anche i neonati. In questo caso, la più comune è quella alle proteine del latte vaccino che, va da sè, non ha nulla a che vedere con le allergie stagionali. Tuttavia, un bimbo figlio di genitori, che soffrono delle cosiddette allergie stagionali, avrà un’alta possibilità di essere un soggetto allergico. Ciò spingerà i genitori a prestare particolare attenzione, pur senza paranoie, e a seguire il consiglio dell’allattamento al seno, che, tra i tanti meriti, ha anche quello di essere una potente barriera anche contro le allergie.
Quali i segnali a cui prestare attenzione?
Anzitutto il respiro del bambino. Se notiamo che il piccolo russa costantemente, che da sdraiato ha dei movimenti toracici vistosi, è soggetto a frequenti bronchiti asmatiformi, occorre rivolgersi al pediatra, che aiuterà i genitori a fare il punto della situazione, chiamando eventualmente in causa lo specialista.
Quali sono le più comuni allergie stagionali?
Sfatiamo la credenza le allergie siano esclusivamente primaverili. Le più comuni sono quelle all’olea e al cipresso, che fioriscono generalmente tra marzo e maggio, alla betulla e all’ambrosia, che hanno un picco di fioritura in autunno, alle parietarie, che hanno un picco da gennaio e fino a maggio, quindi alle graminacee, che possono dare sintomi da luglio a settembre. Una delle allergie più diffuse, tra grandi e piccini, è quella all’acaro della polvere, che è ubiquitario e perenne, quindi occorrerà sempre prendere delle precauzioni (di tipo igienico in prima battuta), per evitare gli attacchi.
Quando sottoporre un bimbo a un test allergico?
Il prick test, cioè il test cutaneo, può essere effettuato anche su un neonato. Però, se è negativo ed il sospetto continua ad essere forte, occorrerà ripetere il test. Nei bimbi piccini è preferibile, su suggerimento di pediatra e allergologo, sottoporre il piccolo ai dovuti esami del sangue. Dopo i tre anni il discorso cambia. Anzitutto il bimbo è più collaborante e quindi sarà più facile sottoporlo al prick test, in secondo luogo il sistema immunitario più maturo risponderà meglio e si otterrà un risultato più attendibile.
Allergia ed ereditarietà?
Il legame è forte. Come dicevamo, se bimbo ha entrambi i genitori allergici il rischio che il bimbo sia allergico va dal 60 all’80%, se uno solo dei genitori è allergico si scende al 30%, se nessuno dei due lo è, la probabilità si abbassa intorno al 10%.
Come fronteggiare una crisi allergica in un bambino?
Occorre seguire alla lettera le indicazioni dello specialista, che possono variare da bimbo a bimbo. In linea generale possiamo dire che se un bimbo è conosciuto come allergico è giusto che il genitore abbia con se tutti gli accorgimenti per agire in caso di crisi. Antistaminico in caso di rinite o cortisone, da somministrare per via iniettiva o orale, se si tratta di un asma bronchiale.
Le allergie si curano facendo una distinzione tra attacco acuto e terapia di fondo, che serve da prevenzione. Per fronteggiare un attacco acuto di rinite si usano spray nasali cortisonici e antistaminici per bocca. In caso di attacco che interessa le basse vie respiratorie, come l’ asma bronchiale, l’attacco acuto si fronteggerà con un broncodilatatore per via inalatoria e il cortisone per bocca o per via iniettiva, se si tratta di un bambino ospedalizzato. In questi casi, nella terapia di fondo si agirà con antileucotrienici e terapia inalatoria a lunga o media durata di azione.
Dalle allergie si può guarire?
Sì, in un terzo dei casi. È comunque importante avere precocemente la diagnosi, fare bene le terapie ed avere comportamenti adeguati: evitare i prati nel periodo delle fioriture o ancora eliminare, per quanto possibile la polvere in casa, non essere genitori fumatori. Sono piccole accortezze, che possono però rivelarsi utilissime.
Articolo pubblicato da Maristella Panepinto sul numero di marzo del mensile Sono in salute