Con il lockdown e il ridimensionamento negli accessi agli ospedali si è verficata anche una diminuzione delle infezioni ospedaliere. Ne parla la dottoressa Maria Rosa D’Anna, ginecologa e primario del reparto Materno-Infantile dell’ospedale Buccheri la Ferla.
“È un dato che deve fare riflettere, dice la dottoressa D’Anna. In questi due mesi in cui è stata rimaneggiata in un certo senso la cultura dell’accesso nei nosocomi, abbiamo avuto un abbattimento delle infezioni. Le sale d’attesa dei reparti, al contrario della routine pre-Coronavirus, sono ad oggi vuote. Non è infatti consentito l’accesso degli accompagnatori e anche nelle stanze è stata rivista la modalità delle visite dei parenti. Siamo consapevoli che, in reparti quali la Maternità, la presenza del sostegno familiare sia importante, vuoi per aiutare la neo-mamma nel complesso momento del post partum, vuoi per la condivisione della gioia, che la nascita porta con sé. Va però puntualizzato che un flusso importante di cose e persone (parenti che portano fiori e regalini per mamme e piccini) veicola inevitabilmente una serie di infezioni, che possono ripercuotersi sull’anello debole della catena, le ricoverate ed anche i neonati, che hanno un sistema anticorporale ancora immaturo. L’esperienza pandemica, con le nuove e stringenti regole, deve esserci da insegnamento per il tempo in cui questa allerta sarà superata. La partoriente necessita sicuramente del sostegno del partner o in assenza di una persona cara a sua scelta, ma occorre anche trarre insegnamento da questo momento storico. Non affollare le stanze delle degenti, evitare di trasportare oggetti dall’esterno, impegnarsi a non usare i servizi igienici riservate pazienti, non accalcarsi nei corridoi e nelle sale d’attesa. Tutte queste accortezze, che in questo momento storico per forza di cosa non si verificano più, diventano utilissime per la salvaguardia della salute di mamme e piccini e possono diventare una buona abitudine anche nel post emergenza. Ciò non vuol dire che i reparti debbano interdire ai familiari gli accessi, quanto che si debbe continuare ad avere un approccio responsabile, una continuità con le buone abitudini igieniche e con le norme di comportamento, che questa emergenza ci ha insegnato. Voglio anche sottolineare un altro aspetto, emerso da questa imprevista emergenza: la forza delle madri. Semmai ve ne fosse stato dubbio, le partorienti e le gravide, che fossero primipare o ‘’mamme veterane’ hanno dimostrato tempra e determinazione. Fino a qualche settimana fa, non hanno potuto avere al fianco in sala parto il partner, eppure tutte hanno dimostrato grande forza d’animo e capacità di rispondere presente alla chiamata della vita. Anche nel post partum si sono dimostrate all’altezza di un ruolo sí di natura ma complesso. Di questo non ci dovremo mai dimenticare e a queste madri, e all’insegnamento che hanno dato, sono grata.”